Cristo si è fermato a Eboli (e poi ha fatto Capodanno in Basilicata)
Ci sono viaggi che non sono solo spostamenti nello spazio, ma attraversamenti interiori.
Il Capodanno in Basilicata è uno di questi: inizi tra montagne aspre e paesi nascosti, cammini tra vallate, calanchi e piccoli borghi che sembrano fuori dal tempo, e finisci con i piedi nel mare Tirreno, dopo aver attraversato una delle regioni più sorprendenti e meno scontate d’Italia.
Noi ti portiamo in un viaggio ad anello che parte dal confine con la Campania e arriva fino al mare, passando per parchi nazionali, città fantasma, Dolomiti lucane, Sassi di Matera e pini millenari.
È un percorso che unisce letteratura, natura, storia e tradizioni, in una terra che per anni è stata considerata “ai margini” e che oggi si rivela come uno dei luoghi più autentici del nostro Paese.
Dove Cristo si è fermato a Eboli
“Tutto è lontano, Cristo si è fermato a Eboli”.
Così scriveva Carlo Levi, quando venne mandato al confino in Lucania, negli anni Trenta. Proprio lì, all’altezza di Eboli, inizia simbolicamente anche il nostro viaggio.
Dalla stazione di Napoli scendiamo verso sud e, nella piana di Battipaglia, lo sguardo comincia a cambiare: sullo sfondo appaiono le sagome spigolose dei Monti Alburni, la porta d’ingresso a un mondo rurale, essenziale, lontano dalle rotte del turismo di massa.
È lo stesso paesaggio che ispirò a Levi il famoso titolo “Cristo si è fermato a Eboli”: oltre quei monti, un tempo, iniziava un territorio considerato “arretrato” e isolato.
Oggi quell’isolamento è diventato una risorsa: ha permesso alla Basilicata di conservare riti antichi, una cucina genuina, un modo di vivere lento e autentico.
Qui il viaggiatore non è ancora un “numero”, ma un ospite.
Grotte, fiumi sotterranei e i murales di Satriano

Prima di immergerci completamente nella Basilicata, ti accompagniamo in un luogo quasi magico: le Grotte di Pertosa-Auletta, tra le poche in Europa dove puoi navigare un fiume sotterraneo.
Scendi nel cuore della montagna, segui le luci soffuse, ascolti il rumore dell’acqua che scorre sotto le volte di roccia.
È come entrare nel ventre della terra, in un ambiente che custodisce tracce di un antico villaggio palafitticolo del II millennio a.C.
Quando torni alla luce, l’itinerario continua verso Satriano di Lucania, dove il paesaggio cambia forma… e colore. I murales di Satriano raccontano storie di emigrazione, lavoro, natura, memoria collettiva: le facciate delle case diventano pagine di un libro a cielo aperto.
Camminando tra le vie del paese, puoi leggere la Basilicata su muri e balconi, tra pennellate vivaci e scene di vita quotidiana.
Appennino lucano: montagne, neve (a volte) e orizzonti larghi
La Basilicata è una regione montuosa, e te ne accorgi presto.
Nell’Appennino Lucano, le strade risalgono curve e tornanti fino alle alte quote, tra boschi, pascoli e paesaggi che d’inverno possono essere innevati e silenziosi.
Qui le nostre escursioni a piedi ti portano su sentieri panoramici, spesso senza dislivelli estremi ma comunque appaganti. In condizioni favorevoli, una delle mete possibili è Monte Arioso, con i suoi oltre 1700 metri di altezza e una vista quasi a 360 gradi su gran parte dell’Appennino meridionale.
Quando la neve si fa più intensa, il cammino si abbassa di quota e ci spostiamo all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, dove foreste, ruscelli e vallate disegnano un paesaggio che invita a rallentare, respirare profondamente e ascoltare.
E la sera?
Rientriamo in hotel o in B&B, ci aspetta una cena lucana robusta e conviviale, con sapori decisi e prodotti tipici che raccontano una terra contadina e montanara.
Valle del Melandro e Dolomiti lucane: il lato più selvaggio della Basilicata
Uno dei momenti più sorprendenti del viaggio è l’incontro con la Valle del Melandro, un’area poco conosciuta ma di una bellezza aspra e selvaggia.
Qui si trova il Vallone del Tuorno con le Cascate di Savoia, un ambiente incontaminato, di difficile accesso e proprio per questo rimasto praticamente intatto.
Il sentiero scende ripido tra rocce levigate, alberi che si sporgono sul torrente, salti d’acqua che si susseguono in un microcosmo verde e umido. È una Basilicata quasi “primordiale”, dove la natura sembra aver mantenuto il controllo assoluto sul paesaggio.
Dopo il pranzo al sacco, si cambia scenario ma non intensità.
Ti portiamo tra le Piccole Dolomiti Lucane, tra i paesi di Castelmezzano e Pietrapertosa, incastonati nella roccia. Il Percorso delle 7 pietre unisce questi due borghi con un sentiero sospeso tra storie e leggende: si ispira alla tradizione del “magico” lucano, tra fiabe popolari e simboli scolpiti nel paesaggio.
Montagne frastagliate, case abbarbicate alle pareti, panorami vertiginosi: è uno di quei posti dove, davvero, è impossibile fare una brutta foto.
Matera: dal “vergogna d’Italia” al riscatto mondiale

Nessun viaggio in Basilicata può dirsi completo senza una tappa a Matera.
Qui la storia recente è una vera lezione di resilienza. Negli anni Cinquanta, il presidente Alcide De Gasperi definì i Sassi di Matera una “vergogna nazionale”, a causa delle condizioni igieniche in cui vivevano gli abitanti.
Oggi quegli stessi Sassi sono Patrimonio Unesco e Matera è stata Capitale Europea della Cultura 2019.
Camminare tra i Sassi è come muoversi in un presepe di pietra: vicoli, scalinate, chiese rupestri, grotte e abitazioni ipogee creano un paesaggio urbano assolutamente unico.
Noi ti accompagniamo in un’esplorazione che non si ferma alla cartolina: raccontiamo storie di contadini, spostamenti forzati, ritorni, cinema (da “La Passione di Cristo” di Gibson a James Bond), trasformazioni sociali.
Dalla città scavata nella roccia scendiamo poi lungo i sentieri della Murgia, fino a raggiungere lo Jazzo Gattini, un antico ovile in pietra che svela l’anima pastorale di questo territorio.
È qui che la dimensione urbana e quella rupestre si incontrano e dialogano.
Craco, la città fantasma sospesa nel tempo
Se vuoi capire quanto sia potente la suggestione della Basilicata “minore”, devi passare da Craco Vecchia.
Il paese fu abbandonato negli anni Sessanta a causa di frane e instabilità del terreno. Da allora è rimasto lì, sospeso, con le case svuotate ma intatte, le strade ferme a un’altra epoca, il campanile che svetta sopra i calanchi.
Il panorama è quasi lunare: colline argillose, senza vegetazione, che il vento e la pioggia modellano da secoli.
Craco è diventata set di film e serie TV, ma dal vivo è molto più di uno scenario: camminare tra le sue vie vuote ti regala quella strana sensazione di essere in un luogo abbandonato, eppure pieno di storie ancora da ascoltare.
Pollino e Giardino degli Dei

Dopo la città fantasma, puntiamo verso il Parco Nazionale del Pollino, l’area protetta più grande d’Italia.
Qui l’Appennino si fa maestoso: alte quote, boschi di faggio, panorami che spaziano fino al Mar Ionio e al Tirreno nelle giornate più limpide.
Una delle escursioni più emozionanti è quella che porta al Giardino degli Dei, nei pressi di Serra di Crispo.
È un luogo dall’enorme valore naturalistico e simbolico: qui crescono alcuni tra gli esemplari più spettacolari di pino loricato, un albero rarissimo in Italia, presente quasi solo in questo parco.
I tronchi contorti, la corteccia chiara che riflette la luce, le forme scolpite dal vento e dal tempo: i pini loricati sono come guardiani antichi, testimoni di ere glaciali e di secoli di storia umana e climatica.
Camminare tra loro è come entrare in una cattedrale naturale, silenziosa e potente.
In inverno, in caso di forte innevamento, l’itinerario si adatta e si scende di quota, ma lo spirito rimane lo stesso: respirare il respiro lento del Pollino, lasciarsi attraversare da un paesaggio che non ha fretta.
Dal Cristo di Maratea al primo tuffo dell’anno
Dopo montagne, città rupestri e borghi fantasma, la nostra Basilicata coast to coast non poteva che finire al mare.
Scendiamo verso la costa tirrenica, fino a Maratea, la “perla del Tirreno”.
In alto, sul Monte San Biagio, si erge il grande Cristo Redentore di Maratea, una scultura bianca che domina il golfo. È da qui che inizia la discesa: un sentiero panoramico ci conduce verso la famosa Spiaggia Nera, incastonata tra le rocce.
Ed è lì, dove le onde del Tirreno si infrangono sulla sabbia scura, che puoi regalarti il primo tuffo dell’anno.
Un gesto semplice e quasi rituale, un modo per chiudere il cerchio: dalla campagna interna, dove “Cristo si è fermato a Eboli”, fino al Cristo di Maratea sospeso sul mare. Dal mondo che sembrava dimenticato al mondo aperto, luminoso, orizzontale dell’oceano.
Che ne dici di un bel Capodanno in Basilicata?
Il nostro viaggio di Capodanno in Basilicata (come tutti i nostri altri tuor in Italia e nel mondo) è lontano dalle logiche del turismo di massa.
Si sposa perfettamente con chi ha un atteggiamento più vero, sostenibile e, in un certo senso, lento.
Non significa vivere i posti a metà, né lesinare sulla quantità di attività: vuol dire tornare al valore ancestrale e qualitativo del turismo, quello fatto di persone, luoghi nascosti, buon cibo e convivialità.
Se ti rivedi in questo modo di viaggiare, noi ti aspettiamo per farlo insieme.
Festeggia Capodanno in Basilicata!
E ricorda che se vuoi donare escursioni o viaggi Four Seasons, puoi regalare le |