Fuerteventura: terra di vento, suerte e avventura
Fuerteventura, Fuerte per gli amici, è bella. Ma non di quel tipo di bellezza da “sono appena stata dal parrucchiere a sistemarmi i capelli” o “oggi il giardiniere ha rifinito il prato all’inglese”.
No, Fuerte è il tipo di bellezza dai capelli sempre spettinati dal vento, il cuore scosso dalle onde, la pelle abbronzata dal sole e la lava pietrificata intorno a ricordarci che al centro della terra c’è il fuoco…
Vulcani e oceano sono lo sfondo perfetto per sentire il potere di saghe e miti attraversarci al solo posare lo sguardo sulle sue forme, con la sensazione di navi partite per luoghi lontani.
Perché andare a Fuerteventura?
Il primo motivo è facile, perché fa caldo anche in inverno, quando in Italia è un mix di fango e pioggerella, lì sei felice con pantaloncini e al massimo una felpa per le sere più fresche.
Certo, che si possa affermare che noi mediterranei siamo coinvolti da una buona dose di meteoropatia, è una questione su cui una bella fetta di popolazione potrebbe essere d’accordo e per questo quando possiamo ci trasformiamo in migratori stagionali. Inoltre, tutta questa meraviglia che ci regala, si trova in Europa e senza portarci a viaggiare per mezzo globo ci permette di scoprire un tipo di ambiente vicino e diverso.
Buon motivo, ma non basta: Fuerte è bella perché è diversa, non ha l’aspetto generoso dei tropici, non ti fa ombra con le palme sulla spiaggia, non seduce con decine di frutti esotici, non ha boschi in cui addentrarsi come in alcune delle sue vicine sorelle fra le isole Canarie e probabilmente non era partita per essere simpatica ai turisti.
Ed è qui che comincia il suo fascino. Per fortuna c’è una propensione dell’animo umano a saper cogliere la bellezza anche dove non tutto è semplice, negli orizzonti frastagliati, nelle sfide e nel gusto per l’avventura.
In realtà siamo fatti per questo scorrere di passi a ritmo del sentiero con il paesaggio a batterci dentro mentre la luce si imprime, molto più che per stare sul divano a guardare location remote scorrere su uno schermo.
Altrimenti non si spiegherebbe tutta questa riscoperta dell’escursionismo, laddove muoverci ci ricorda che siamo vivi, che non siamo solo uomini e donne sedia e che le meraviglie della natura vogliamo andare a catturarle proprio con i nostri occhi!
Perché affacciarsi dalla scogliera per osservare lunghissime onde che si aprono alla luce di alba, tramonto e sera, è una pratica dell’anima in cui merita applicarsi, nonché un’emozione che volete provare a pieni polmoni.
Possiamo forse ringraziare i surfisti, che hanno saputo mostrarci un modo diverso di guardare alla bellezza, non fatta di solo relax sul lettino della spiaggia, ma di amore per la libertà, del gusto di viaggio on the road, di avventure in camper, notti stellate e musica improvvisata sulla spiaggia, che a volerlo fare apposta non riuscirebbe bene la metà.
Le acque azzurre, turchesi e di cristallo narrano di una terra brulla, quasi totalmente priva di corsi d’acqua che si gettano nell’oceano, preservandone così la trasparenza.
Le piccole piante in grado di adattarsi a questo ambiente ostile ci parlano di forza e resistenza, di una bellezza fragile che mi ha assalita ogni volta che sono entrata in contatto con luoghi dall’atteggiamento desertico.
Fuerteventura soddisfa il ribelle dentro di noi, ma anche il monaco zen in cerca di una connessione profonda con la forza della natura e gli elementi circostanti e perché no, fa felice anche il curioso viaggiatore sempre a caccia di “Cosa ci sarà mai dietro la cima di quel vulcano?”.
Non scriverei un viaggio per accompagnare persone in un luogo dove non solo ho voglia di andare, ma addirittura tornare. Ci sono angoli di mondo con cui merita mantenere relazioni, che grazie anche, ma non solo, all’effetto degli ioni del mare, ci riportano in quello stato di entusiasmo giusto per dire: sì, la voglio la vita!
A Fuerte c’è anima, se la sai cogliere. C’è anche se non la sai cogliere, ma sarebbe un peccato. Dovremmo parlare di James Hillman e de “L’anima dei Luoghi”, ma questa è una storia che forse vi racconterò….in un’altra puntata!
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