Sotto il velo del turismo
Avete mai fatto il bagno nelle acque dell'artico?
È un'esperienza nota a chi almeno una volta ha visitato le contee settentrionali della Svezia.
Il Golfo di Botnia, che disegna la grande ansa di separazione tra Svezia e Finlandia, ha una salinità più bassa rispetto all'oceano e ad altri mari interni. Per questo motivo, pur trovandosi appena al limite del circolo polare, a fine autunno congela per circa 45 centimetri e rimane in questo stato fino a primavera inoltrata. Una distesa bianca e imperturbata. Un luogo in cui smarrire la mente, se la nebbia cala bassa, facendoci fluttuare nel bianco.
Eppure un tremito scuote il ghiaccio. Dal porticciolo di Pitea, salpa una rompighiaccio. Queste acque sono cruciali per rotte di rifornimento, merci, carburante.
Il ghiaccio non può ostacolarle.
Ogni giorno diverse navi, più solide, armate di doppi motori diesel, aprono strade nel ghiaccio. Corridoi sicuri per i navigli e il loro carico. I fari e le lanterne dei porticcioli sembrano pedoni che avanzano su una scacchiera bianca. Senza strumenti di navigazione sarebbe impossibile districarsi. Il bianco a prua. Il nero a poppa.
Avete mai fatto un bagno nell'artico? Potete farlo ora.
Durante il loro servizio di "apertura strade", i capitani delle rompighiaccio potrebbero arrotondare offrendovi la possibilità di un tuffo nelle acque gelide. Sulle prime può sembrare una trovata per turisti. Eppure gli equipaggi si ritrovano spesso immersi in acqua. Non aspettatevi dei vichinghi in costume da bagno. Si entra in acqua con una tuta al neoprene totalmente stagna e coibentata che garantisce la sopravvivenza tra gli zero e i meno cinque gradi per alcune ore.
Infatti può capitare che durante l'apertura di sentieri nel ghiaccio, alcuni blocchi si incastrino nelle eliche della nave, o si verifichino dei danni allo scafo dovuti agli urti. L'unico modo per operare la creatura è calarsi in acqua.
Non riesci a muoverti bene. Senti l'acqua premere in modo strano sulla membrana arancio, che riflette l'unico barlume di colore sul pack. La linea di galleggiamento è piena di piccoli residui di ghiaccio. Accanto a te lo scalino creato poco prima dallo scafo della nave. Nebbia, ghiaccio, acqua.
Sei al cospetto dei tre stati della materia.
Un'esperienza unica, resa tale dal contesto e dalla genuina verità di quello che stai facendo. Certo non c'è un'emergenza in corso e non sei un operatore specializzato dell'equipaggio, ma sei in uno dei luoghi meno ospitali e più selvaggi d'Europa.
La cosa bella della contea di Norbotten, che noi chiamiamo Lapponia svedese, è proprio questa.
Puoi essere un turista, senza fare cose da turista. Perché qui non hanno tempo di inventare cose pensate appositamente per il turismo. L'attrazione è il luogo e le sue dinamiche. L'inverno arriva presto, c'è da preparare il combustibile per la lunga notte, riparare i tetti, allestire le serre per avere frutta e verdura tutto l'anno. Non c'è niente più dell' essenziale. Nulla più di qualche piccola comodità aggiunta per i cacciatori di aurore e per chi abbandona l'abito da turista per indossare quello del viaggiatore.
Questo è quello che racconto a chi mi chiede della Lapponia.
Si fanno giri in motoslitta perché quello è il mezzo di trasporto principale. I fiumi ghiacciano totalmente e diventano arterie stradali secondarie, percorribili solo con le famose Snowmobiles. Gli husky ci accompagnano trainando slitte nella taiga perché devono tenersi in allenamento per le corse tradizionali che coinvolgono tutta la Scandinavia. Niente qui viene fatto apposta per il turista. Anzi. Sarete rimproverati e ripresi se commettete errori, perché il rischio non è qualcosa a cui chi abita qui è disposto a lasciarsi andare.
Paesaggi da cartolina e verdi aurore hanno reso famosa la Svezia artica, ma non pensate che le esperienze che la caratterizzano tradiscano la sua natura.
Andando sotto il velo di ghiaccio troverete l'anima della Lapponia.
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