Una notte di maggio, in Cina….
E’ una notte di maggio quando arriviamo a Guilin 桂林, la città che letteralmente significa “la foresta di osmanto”, e ci rechiamo subito in hotel. Dopo il volo e il caldo ci godiamo la vista del lago dalla nostra cameretta, un giusto relax perché l’indomani…si inizia!
Crociera e trekking lungo il fiume Li
Al risveglio ci rechiamo di buon ora al molo per partire sul nostro panfilo che ci farà scoprire il magnifico paesaggio carsico che circonda le rive del fiume Li.
Passiamo alcune insenature, bufalini d’acqua e diverse pareti rocciose. ra queste ultime ce n’è una in particolare che cattura la nostra attenzione: il muro dei nove cavalli. La guida ci sfida a trovarli tutti: chi ne distingue due è considerato intelligente, chi ne distingue cinque può diventare primo ministro e chi riuscirà a trovarli tutti è un vero genio!
Vediamo improvvisamente un gruppetto di turisti che si sposta a poppa: siamo proprio davanti al paesaggio immortalato sulle banconote da venti yuan! Ci godiamo lo spettacolo, anche se di lì a poco c’è un’altra insenatura che lo rende sfuggevole alla vista.
La crociera dura mezza giornata, ma il paesaggio carsico si è impresso nei nostri occhi, e il giorno dopo decidiamo di approfondirne la conoscenza. Cosa si celerà dietro quel verde intenso scorto lungo le rive? Con la nostra guida partiamo per una passeggiata lungo il fiume Li. Il trekking è facile, pianeggiante, e nonostante l’ombra degli alberi l’umidità si sente, perciò non rinunciamo ai bastoncini per attivare la circolazione. A metà percorso ci concediamo una pausa in un chioschetto lungo la riva. Piedi in acqua per chi lo desidera, direttamente da un affluente del Li. Attingiamo le bibite, birra, cola, ce n’è per tutti i gusti, mentre la signora ci cucina due pesciolini freschi freschi. Un ottimo ristoro finale che ricarica i nostri sensi…con i piedi al fresco!
Lo spettacolo sull’acqua di Zhang Yimou
Yangshuo è una città turistica, e la West Street, la principale strada pedonale che porta al fiume Li, è piena di ristorantini e negozi. Ci passiamo al pomeriggio ed è semi-deserta, ci riaffacciamo quando il sole è già calante ed è un fiume di gente. Ma stasera non ci fermiamo qui. Dopo aver cenato, ci dirigiamo a vedere lo spettacolo sull’acqua.
È difficile spiegare a parole che cosa sia questo spettacolo, e forse non gli si rende mai giustizia. Ogni volta mi lascia d’incanto. La storia è semplice: una giovane contadina si ribella ai proprietari terrieri che tassano troppo e ingiustamente gli agricoltori, diventa clandestina e trova rifugio nei villaggi circostanti, finché non si ferma là dove si innamora di un bel giovane. Ecco la storia di Liu Sanjie, terza sorella Liu.
La platea si affaccia sul fiume, il palcoscenico è composto di zattere mobili, e la scenografia è data dal paesaggio carsico che ci abbraccia. In città c’è una scuola dedicata per attori professionisti che prepara cantanti, musicisti e ballerini. Ma sul palco salgono anche i pescatori del luogo che fanno muovere le loro zattere all’unisono, nessuno li eguaglia in destrezza.
Il deus ex machina di tutto questo è il regista Zhang Yimou, pluripremiato all’estero per i suoi film (tra cui Sorgo rosso, Lanterne rosse), e regista anche della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino. Vi ricordate la scena dei suonatori di tamburi? Ecco, scene così di massa sono la sua specialità. In questo spettacolo ne avrete un assaggio.
L’impressionante video dei tamburi di Pechino alle Olimpiadi!
Le risaie a spina di Drago
Il nostro tour non poteva mancare di passare nelle terrazze e spina di drago, Longji 龙脊. Questi terrazzamenti vennero inizialmente costruiti durante la dinastia Ming (1368-1644), su un arco di sei secoli, e si estendono su un dislivello che va dai 300 ai 1000 metri circa. Qui vivono ancora le etnie Zhuang e Yao, riconoscibili per i loro abiti e usanze. Il primo giorno facciamo un giro esplorativo, e in poco tempo arriviamo all’Antico Villaggio, dove un’anziana signora ci fa visitare la casa di famiglia e assaggiare il famoso vino di riso di questa zona. Rientriamo per la prima notte, siamo a Ping’an, nella locanda di Feifei, con vista su alcuni terrazzamenti che si divertono a giocare a nascondino tra le nebbie emanate dal calore del suolo. Fino a quando cala la sera e il buio più totale ci circonda. Rimangono solo i lumini rossi a indicarci i livelli dei campi di riso di fronte.
Il risveglio dell’indomani è particolarmente dolce: ci aspetta una colazione occidentale con tanto di caffè, pancake e nutella! E chi se l’aspettava? In questa seconda giornata ci spostiamo a Jinkeng. Il percorso non è difficile, e non ci imbattiamo in altri turisti, ma solo in contadini che sistemano i campi. Come ci ha spiegato la guida, la produzione di riso continua ma l’aspetto turistico è importante. Per questo motivo gli agricoltori pavimentano alcuni tratti per renderli agibili ai visitatori, soprattutto quelli da Canton che vengono fin qui per rilassarsi nel fine settimana.
Dopo un po’ di passaggio in mezzo alla fitta vegetazione arriviamo al nostro nuovo alloggio. È completamente nuovo, qui il governo locale ha erogato dei finanziamenti alle famiglie per ammodernare le case e aprire ai turisti. Le stanze sembrano appena spacchettate, e potrebbero davvero esserle, in quanto anche in Cina il turismo ha ripreso di recente. Ci rifugiamo in camera per una doccia, dove troviamo un balconcino con vista sulle terrazze a pochi passi da noi. Accanto al bollitore ci sono delle bustine di tè, che viene coltivato anche in queste zone. Decido invece di mettere in infusione un’altra bustina, quella del frutto Luohanguo 罗汉果, che mangiato sa di liquirizia, mentre invece in infusione è molto rinfrescante.
Cala la sera e, tutti insieme, decidiamo di fare due passi dopo cena. Ci incamminiamo nell’oscurità su per la collina e giungiamo nella buca dell’orchestra: attorno a noi un concerto di rane. Dal baritono al soprano, la scala musicale riflette i pendii, e noi ci godiamo questo spettacolo unico. E’ una notte di maggio….