Perché il viaggio inizia ben prima della partenza..

Come ogni buon viaggiatore sa, il viaggio comincia ben prima della data di partenza. Potremmo dire che vale un po’ quello che scrive Milan Kundera:
"L'amore comincia con una metafora. In altri termini: l'amore comincia nell'istante in cui la donna si iscrive con la sua prima parola nella nostra memoria poetica”
Ecco, allo stesso modo un viaggio comincia con un’eco lontana, un’immagine che si è iscritta in noi, in un tempo o luogo non ben definiti, ma che potrei azzardare abbia a che fare con un balugino della nostra infanzia…
Il luccichio di un tesoro sommerso che strizza l’occhio attraverso l’acqua cristallina… O era forse solo la sabbia candida?
Ed eccoci qui, in un attimo ci ritroviamo proiettati alle Seychelles, guardando foto di spiagge lontane, mentre leggiamo liste di nomi che dimenticheremo subito dopo, per chiudere il computer con la sensazione ancora indefinita di qualcosa che ci riguarda e l’ipnotico oscillare delle foglie di palma impresso ancora lì da qualche parte, nel retro della nostra retina, a mo’ di monito.
Finalmente! Viaggio prenotato, data stabilita e mille questioni per la testa, della serie, bello tutto, ma: “Cosa ci metto in valigia?”
C’è un chiasso di cose mondane e moderne, visti, voli, travel card, ricerca sui siti degli eventuali pericoli di luoghi tropicali e lontani, un interno armamentario messo insieme quando siamo passati a svaligiare la farmacia e no, non ci siamo dimenticati gli integratori magnesio/potassio in bustine singole in caso dovessimo avere un calo per il troppo sudare. Fra l’altro, come se ve lo dicessi fra parentesi, un giorno mi son tornate utili.
Prendendo un attimo di respiro dalle nostre dieci check list modulabili, quello che potrebbe mettere un attimo in pace il nostro catalogatore impazzito (il mio è un vero folle) potrebbe essere richiamare un attimo a noi quella visione con le palme e ricordarci che stiamo per andare in un posto dove, per inciso, si sta bene anche nudi.
E sì, le scarpette da scoglio sono utili, ma nei ricordi più belli saremo scalzi.
E tutto sommato forse non vale la pena attraversare mezzo pianeta per portarci dietro lo stress di casa.
Guardiamo con serenità e un moto di comprensione la nostra valigia sul pavimento ed iniziamo a fare la lista di ciò di cui possiamo fare a meno, per creare del vuoto dentro e fuori di noi.
Una tip ci tengo a darvela: shampoo e balsamo biologici e solidi, in saponetta, oramai ne fanno di ottimi.
Perché ciò di cui il paradiso tropicale che sono le Seychelles non ha bisogno sono i nostri flaconi vuoti, men che meno degli inquinanti nei paraggi delle fragili barriere coralline… quindi anche la crema solare scegliamola coral friendly!
Immaginatevi pochi chilometri di isole a fronteggiare l’orda di “questo deodorante è quasi finito, lo lascio qui” moltiplicato per tutte le persone che ci passano. Viaggiamo educati, lasciando solo il suono delle nostre risa alle nostre spalle, nessuna cessione del carico bagaglio.
Quindi è importante, prevedete del vuoto in valigia, perché troverete dei souvenir di artigianato locale che vorrete portare con voi. No, non le conchiglie giganti… Come direbbe la mia amica e guida Giulia, merita davvero incentivare il fatto che vengano strappate al loro ambiente naturale per metterle a prender polvere a casa nostra?
Vi assicuro che a distanza di qualche mese un bel diario di viaggio potrà restituirvi ben più emozioni. Posiamo la testa e ricordiamoci che c’è tutto un corpo sotto a sostenerla e per goderci appieno questo viaggio abbiamo bisogno di sentirlo nell’insieme, cuore incluso.
Tranquilli, ci sarà la vostra guida ad accompagnarvi in caso di dubbi dell’ultimo minuto.
Torniamo al viaggio. Stiamo per andare in un luogo dove tutto quell’insieme di immaginari che non sapevamo nemmeno bene di star cercando, esistono davvero. Robinson Crusoe, l’isolotto nell’oceano, gli scogli, i pirati, le testuggini giganti e le tartarughe marine, le noci di cocco, le spiagge incontaminate, le rocce sinuose, il calore del sole sulla pelle…
Ma non è solo questo. C’è qualcosa che assomiglia ad uno scavo archeologico dentro noi stessi, un po’ come per Jung e la psicoanalisi, la possibilità di immergersi in una dimensione arcaica, archetipica dell’essere umano.
Abbiamo l’occasione di sondare il mondo di sotto, quello di pesci, coralli e chissà, forse tritoni, che ci parla di ciò che è sommerso, nascosto, prezioso e profondo.
Sarà forse camminando nella giungla, circondati da palme di ogni genere e solo il suono degli uccelli selvatici a farci compagnia che una parte di noi forse sentirà finalmente di essere tornata a casa, a quel grembo di umanità dove (forse un tempo lontano) tutto è cominciato e la cui eco, ancora oggi, talvolta ci raggiunge.
“Si direbbe che nel cervello esiste una regione del tutto particolare che si potrebbe chiamare memoria poetica e che registra ciò che ci affascina, che ci commuove, che rende bella la nostra vita.” Milan Kundera
AUTRICE DELL'ARTICOLO: SABINA BELLO
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